Gli insegnanti alla ricerca di nuove idee nel più importante evento europeo sull’innovazione scolastica.
Qualunque insegnante appassionato di tecnologia che creda in una scuola a dimensione dei propri studenti, calata nella realtà attuale, davvero in linea con la direzione in cui il mondo viaggia, sogna di recarsi alla BETT, British Educational Training and Technology, la fiera di Londra che rappresenta un importante evento per fare il punto sull’innovazione digitale in ambito didattico-educativo. Quest’anno 30 docenti della provincia di Varese hanno visto realizzarsi la possibilità di recarsi nella capitale inglese, grazie alla Fondazione Merlini che opera a fianco dell’ITE Tosi di Busto Arsizio tramite il suo ex preside Benedetto Di Rienzo in qualità di presidente.
Curiosando tra gli stand, restando a tratti meravigliati, a tratti affascinati, è facile intuire, anche per chi è per la prima volta al BETT, che coding, robotica, STEM, cloud, realtà virtuale ed aumentata si confermano temi dalla ricaduta educativa così valida ed attuale da convincere le aziende del settore a continuare ad investire e le scuole a mettersi sempre più in gioco.
NUOVE COMPETENZE, NUOVE METODOLOGIE: COME STA CAMBIANDO LA SCUOLA
Ciò che colpisce da subito è l’immediatezza con la quale arriva il messaggio che le competenze oggi attese sono davvero cambiate: i contenuti non sono più al centro del lavoro scolastico, nè per quantità, nè per valore, ma si perseguono competenze atte alla realizzazione personale, altre di tipo sociale che hanno una ripercussione sull’affrontare il quotidiano e ciò che la realtà socio-economica attuale richiede. Ecco che il saper rapportarsi in gruppo diventa fondamentale in ogni ambito. La capacità di saper argomentare la propria idea, il porsi in maniera positiva e ferma, nel rispetto del proprio pensiero e di quello altrui, dimostrando attenzione ed ascolto, sono qualità proprie di un leader: il lavorare in gruppo diventa, quindi, occasione di scoprire un’eventuale attitudine alla leadership ancora non emersa. Ed è proprio il Team Working ad essere uno dei principali protagonisti degli stand espositivi: robot, laptop, schede elettroniche, visori, ambienti di condivisione, ogni proposta rimanda al saper lavorare insieme, inteso come lavoro di squadra. Un bambino, un ragazzo che acquisisce a scuola questa competenza potrà, con buona probabilità, essere un adulto più capace di affrontare discussioni e divergenze non ricorrendo alla prepotenza, ma facendo affidamento sulla propria autostima, frutto del coltivare ed alimentare fiducia nei propri mezzi e nelle proprie possibilità, azione nella quale la scuola non può sottrarsi.
Anche la capacità di affrontare situazioni problematiche, il problem solving, diviene condivisa: ci si confronta per trovare soluzioni creative e davvero originali, ciò di cui oggi il nostro paese è affamato. Il pensiero computazionale, lo schema dell’algoritmo diviene una struttura mentale cui ricorrere davanti a problemi sempre diversi, forma mentis che permette di non cadere nei tranelli dell’ansia da prestazione professionale.
IDEE PER UNA DIDATTICA INNOVATIVA E INCLUSIVA
Passeggiando tra gli stand, alla luce di quanto esposto, si rimane colpiti da Pi-Top, che punta proprio a coltivare e valorizzare originalità e creatività, attraverso la creazione di un proprio computer personale e personalizzato per realizzare progetti, utilizzando Raspberry Pi, affrontando il problem solving, appunto, anche in chiave collaborativa, in ambito STEAM; Scottie Go!, per lo sviluppo del pensiero computazionale, la comprensione dell’algoritmo attraverso la sua concreta visualizzazione, utilizzando blocchi logici e sequenziali di cartone magnetico, nell’ottica dell’ imparare facendo; infine le piattaforme STEM di Microsoft Education e Google Education, per portare il laboratorio digitale nelle scuole, anche con i dispositivi mobili, strumenti largamente diffusi che assumono nuovi ruoli nella sfera didattico-educativa attuale, anche alla luce delle nuove linee guida ministeriali in materia. Diverse, poi, sono le soluzioni di robotica suggerite con l’uso di materiali poveri, di recupero e schede elettroniche a basso costo, per rendere davvero accessibile a tutti la possibilità di sperimentare e programmare.
Blocchi assemblabili con sensori bluetooth integrati proposti anche in economici starter kit rendono facilmente fruibili tecnologie che fino a pochi anni fa erano accessibili solo agli specialisti; Microbit in collaborazione con Kitronik, offre prodotti semplici e versatili a costi contenuti, come Ubtech, a breve disponibile anche in Italia, o Brixo che, con la logica del making tipica dei blocchi Lego, stimola progettualità e creatività. Bella l’idea di SkriWare, Mission Mars, che propone una missione ludica, dando la possibilità di progettare e stampare con una stampante 3D tutti i componenti necessari per costruire i mezzi robotizzati: un bel connubio tra stem, coding e robotica.
Per quanto riguarda la realtà virtuale vengono presentati nuovi visori che si interfacciano con Google Expeditions che ha messo a disposizione una piattaforma ricca di contenuti gratuita e facilmente utilizzabile.
Per la realtà aumentata occhiali off-lens, con i quali si ha la possibilità di visitare il museo di arte greca antica e osservare opere in 3D ubicate in diverse parti del pianeta.
Interessanti anche i Magic Carpet per la Scuola Primaria, strumenti, versatili e interattivi che permettono un apprendimento giocoso e coinvolgente nell’ ottica di una didattica innovativa ed inclusiva.
Il futuro non si fa attendere: è già qui. La scuola accetta la sfida.
Di Angela Puglisi
Ottimo resoconto. Brave