Per promuovere il cambiamento secondo i principi della swarm intelligence
In occasione del Festival della Didattica Digitale che si terrà a Lucca dal 20 al 25 febbraio, organizzato dalla Fondazione UIBI in collaborazione con la cassa di Risparmio, verrà presentato Next Learning, un luogo per riflettere insieme sulla didattica digitale e non realizzato da un gruppo di insegnanti, che si rivolge ad insegnanti e non ed è aperto al contributo di tutti coloro che riconoscono la centralità della scuola e della formazione nel promuovere una innovazione inclusiva, una cittadinanza attiva e matura, un nuovo patto sociale, un nuovo umanesimo che superi il dualismo tra le due culture (Piero Dominici docet)

Il Cimento
Uno dei motivi che hanno ispirato questa iniziativa è l’idea del “cimento” ovvero saggiare e mettere alla prova qualcosa, in questo caso si tratta di “provare” e “sperimentare” i tanti modi in cui si possono coniugare i verbi “insegnare” e “apprendere” e quindi è anche un modo di “mettersi alla prova”, ma non partendo da grandi piattaforme ideali e astratti progetti di riforma. Si tratta di verificare nella pratica le proprie convinzioni, per uscire dal “mondo di carta” e sottoporle al “tribunale dei fatti”.
Cimentarsi significa anche saggiare l’autenticità delle proprie convinzioni mettendole in gioco e metterle in gioco significa farle dialogare con altre opinioni per costruire un sapere e dei valori condivisi.
Cimento era il nome di un’Accademia istituita a Firenze da Leopoldo de’ Medici per lo studio della fisica, era l’espressione con cui Galileo Galilei e i suoi allievi indicavano l’esperimento, procedura per verificare un’ipotesi e accrescere il sapere. Come per l’Accademia, anche per questa iniziativa il motto giusto potrebbe essere, secondo me: “provando e riprovando“.
Uno spazio, quindi, per verificare, saggiare e mettere alla prova idee, esperienze, suggestioni, al fine di porre il sapere pedagogico e la didattica “in situazione“, abbandonando il discorso astratto sulle “essenze”, che tanto spesso oscura il dibattito su scuola e formazione.

Intelligenza dello sciame – Swarm Intelligence
Cambiamento è un’altra parola chiave che ha guidato l’iniziativa di Next Learning. Forse meglio non usare la parola innovazione, termine abusato e ormai divisivo, al punto che tra gli stessi insegnanti si assiste a uno scontro a proposito dell’innovazione tra favorevoli e contrari alla legge 107 e al PNSD. Che si ritengano queste riforme lacunose ma positive o lacunose ma negative, farne la pietra di paragone dell’innovazione, sembra un poco eccessivo.
Perciò è preferibile parlare di cambiamento, termine che unisce, perché trova concordi tutti i soggetti che operano nel mondo della scuola e/o che hanno aspettative nei confronti di questo mondo.
Perché le cose non cambiano? Come si cambia?
Una risposta potrebbe essere: l’intelligenza dello sciame, principio fondamentale che regola i sistemi a intelligenza collettiva e distribuita, capaci di auto-organizzazione. Caratteristica di questi sistemi è che, come già diceva Aristotele (Metafisica, H) in essi “l’intero è più della somma delle parti“. In questi sistemi dinamici vi sono proprietà “emergenti“, che non appartengono ai singoli elementi del sistema, ma vengono generati dall’interagire situato degli agenti con l’ambiente e tra loro. Si tratta di schemi di comportamento che emergono dal basso, non di ricette preconfezionati e astratte rispetto al contesto, che vengono poi “calate” dall’alto. È il “link” tra gli elementi che produce l’organizzazione e l’intelligenza che sono cooperative e collettive.

Per promuovere il cambiamento secondo i principi della swarm intelligence, può anche essere utile offrire uno spazio di comunicazione e interazione tra i “semplici agenti”, gli insegnanti, favorendo l’emergere di nuovi schemi di comportamento, nuove conoscenze e pratiche, contribuendo a dare vita a una “innovazione inclusiva”, in cui la condivisione si ponga all’inizio del processo e non sia un’operazione a posteriori di marketing, fatta per suscitare nei destinatari il consenso su un progetto che, come il “deus ex machina”, è sempre disceso dall’alto dei cieli (ministeriali).
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